thumbnailUna doverosa introduzione dell'Editore. E' impossibile o quasi classificare correttamente Caliban se non lo si conosce personalmente, e pure da parecchi anni. I suoi racconti sono, a volte sconcertanti e visionari, scorci di incubi sessuali spontanei più che barocche fantasie onanistiche. Con lui si rigenera,  senza soluzione di continuità, quel filone disturbante ed eroto-filosofico che fu di De Sade, Apollinaire, Bataille e, in estremo oriente, di Tetsuo Amano e il suo Kachikujin yapū, il bestiame umano - pubblicato a puntate a partire dal 1956 proprio sulla rivista giapponese Kitan Club dalla quale abbiamo tratto ispirazione per questo magazine.
Forti i dubbi sull'opportunità di pubblicare i suoi racconti anche in questo contesto, forti le perplessità di cui anche lui è al corrente ma inutile chiedere di "limitare i danni" con autocensure. Non lo farebbe neanche se ad imporglierlo fosse la Mistress delle Mistress dei suoi sogni; paradossalmente un sub con inquietanti tendenze alla castrazione non è, in alcun modo, castrabile dal punto di vista intellettuale e creativo.

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Sottotitolo Fetish, Bondage e Guerra Fredda. La fotografia è un accessorio fondamentale del mio lavoro e, in particolare, la fotografia naturalistica, scientifica e tecnica è parte irrinunciabile della mia attività professionale: in trenta e rotti anni, ho scattato più foto di quante se ne riesca a contare in una giornata. Ora la fotografia è diventata anche lo strumento per raccontare storie del mondo kinky e per creare un progetto fotografico, una rilettura attualizzata del periodo "focale" dal quale tutto quello che si fa nel fetish/kinky ad oggi è partito: i bizzarri anni '50.

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